Un mondo violento: Pestarino racconta in foto il dramma della violenza sulle donne

Un mondo violento: Pestarino racconta in foto il dramma della violenza sulle donne

Il fotografo per passione Roberto Pestarino ha dimostrato nei suoi tanti progetti di avere anche un occhio attento sull’attualità. In questa sede, invece, presentiamo il progetto “Un mondo violento”, che tratta del purtroppo sempre attuale drammatico fenomeno della violenza sulle donne. Meglio noto come “Femminicidio”.

 

Roberto Pestarino ci presenta, attraverso un percorso fotografico, la storia di due vite con iniziali ambizioni diverse, che finiranno per incrociarsi fino al drammatico evento che ne interrompe le iniziali buone intenzioni.

 

Tuttavia, come vedremo, Roberto Pestarino, mostra anche tre diversi finali alternativi, tra cui, per fortuna, anche uno che nel gergo cinematografico verrebbe chiamato “Happy end”.

 

Un mondo violento: il femminicidio raccontato da Roberto Pestarino

 

Il progetto Un mondo violento (“A violent world”, visionabile al link: https://fotorobit.it/a-violent-world) si ispira liberamente a una storia vera. Esiste inoltre un interessante articolo del National Geographic che tratta la violenza come fattore in continuo aumento nel mondo, come è possibile vedere al link: https://www.nationalgeographic.it/storia-e-civilta/2020/01/il-mondo-sta-diventando-piu-violento.

 

La prima immagine centrale mostra il riassunto di tutto il progetto, per una sorta di schema numerato. La successione delle foto è anticipata da una sintesi di ciò che attende lo spettatore:

 

L’incrocio di due vite. L’incrocio di sogni e speranze. Tre possibili destini.

 

Poi si parte, con la raffigurazione di due vite parallele, di lei e di lui, che sognano due percorsi di vita diversi, fatti di successi e spensieratezza.

 

Le due vite poi si incrociano e avviene il matrimonio. Le cose però non vanno come dovrebbero e avviene così un atto di violenza domestica.

 

Ed ecco che abbiamo tre scenari possibili rispetto all’evento drammatico:

 

  1. uno porta alla morte di lei, una eventualità che purtroppo le notizie di cronaca nera ci restituiscono praticamente ogni giorno;
  2. uno alla schiavitù di lei, che accetta di restare col marito ma di fatto finisce relegata ad una vita da casalinga totalmente privata della propria personalità;
  3. uno alla libertà di lei, che decide di lasciare quel marito violento e opporsi a una vita di privazioni.

 

I due finali alternativi alla morte – evento che invece viene presentato con una foto centrale più grande eloquente, a evidenziare la drammaticità del tutto – sono invece raffigurati da 5 rispettive foto che mostrano come si svolgono i fatti.

 

L’ultima foto, in entrambi i casi, è una chiosa definitiva del rispettivo percorso ed è altrettanto eloquente come la prima foto. Da una parte si vede la donna triste dietro una grata, dall’altra una donna sorridente con un arcobaleno sullo sfondo.

 

Alla fine del percorso ci sono i ringraziamenti:

 

  • Benedetta Gastaldo;
  • Fabio Sacco;
  • Isabella Missio;
  • Fusaro Arredamenti (Villa Alvernia -AL).

 

Chi è Roberto Pestarino

 

Nato ad Alessandria (Italia) nel 1966, Roberto Pestarino si è avvicinato alla fotografia nel 2010, quando corse ad acquistare una macchina fotografica senza pretese per immortalare un girasole ancora in fiore, che si distingueva tra tanti altri ormai rinsecchiti. Da quel momento, ha iniziato a fotografare incessantemente fiori ed insetti. Mentre l’anno dopo è passato ad una macchina fotografica più professionale: la Olympus, tutt’oggi utilizzata con gran piacere.

 

La ribalta internazionale non si è fatta attendere, visto che nel 2012 sono arrivati già i primi riconoscimenti internazionali, oggi diventati tantissimi.

 

Articolo curato da Luca Scialò, visibile nel sito www.lucascialo.it